Corrado Caesar:
un pittore dai colori extraterrestri (3)

di Giuseppe Festino



(segue dalla parte 2)

Una cosa che mi sarei aspettato, come minimo, era che ci si ricordasse di Corrado Caesar almeno nell'edizione italiana del volume compilato da Brian Aldiss Science Fiction Art .
Quell'appassionato esperto che avrebbe potuto operare in tal senso e che risponde al nome di Federico Golderer, non poteva riservargli un angolino nella pagina dedicata all'Italia (pagina aggionta del tutto arbitrariamente) e nella quale si pretendeva figurassero unicamente riproduzioni dell'indiscutibilmente bravo Thole?
E poi, solo di Thole esse non erano, avendo inserito l'esperto un'illustrazione realizzata da Ferenc Pinter, anch'egli straordinariamente bravo e inarrivabile nel suo genere, ma pur sempre utilizzato nella collana di Urania quale sostituto di Thole. In non più di tre occasioni.
L'opera di Aldiss, per giunta, trattava in massima parte di illustrazioni datate, quindi a maggior ragione sarebbe stato opportuno farvi apparire il miglior "pioniere" di casa nostra, non vi pare?

Ora che ci penso, è stato proprio osservando le riproduzioni delle copertine delle riviste di fantascienza d'oltre oceano contenute in Science Fiction Art, che mi sono accorto della familiarità che riscontravo in alcune immagini.
Alcuni dettagli di quelle opere erano stati utilizzati da Caesar per le sue copertine. Più recentemente ho trovato altre illustrazioni che furono d'ausilio al disegnatore nel libro di James Gunn Alternate Worlds, e ancora sui volumi di David Kyle, un paio di belle opere che trattano anch'esse d'illustrazione fantastica. Così ho potuto cominciare a fare una lista degli artisti dalle opere dei quali Caesar ha tratto spunto.
Ecco alcuni nomi: Alex Raymond che fu il "padre" di Flash Gordon, e Mac Reaboy, che continuò a disegnarne le avventure; poi vi sono Chesley Bonestell, e ancora Ed Emshwiller, Malcolm Smith, Earle Bergey, Jack Koggins...
Ve ne sono altri, ma al momento mi sfuggono. Ha utilizzato inoltre moltissime immagini di film di SF, e materiale fotografico proveniente dalle più svariate riviste.
Life, ad esempio, era decisamente saccheggiata.

Epitaffio per un Nemico       Urania 147 - Ritorno al Domani

La foto del libro Longanesi è tratta da "Life" del 9 aprile 1951.

Ciò che mi lascia immancabilmente incantato è l'abilità che possedeva nell'amalgamare l'elemento fotografico con l'invenzione cromatica, creando un'armonia di forme e tinte assolutamente unica. Colori che naturalmente contrastano fra di loro al punto di offendere l'occhio, erano trattati con una tonalità pastello che li trasformava in una vera gioia per la vista.
Il dettaglio fotografico, poi, faceva sì che la scena si presentasse con un'immediatezza sconcertante, viva e palpabile, eppure estranea all'esperienza quotidiana.

Urania 3: L'Orrenda Invasione (The Day of the Triffids) Osservate le creature traslucide e ameboidi che levitano sullo scenario del Big Ben a Londra, nella copertina per la prima edizione italiana di The Day of the Triffids.
Pur non avendo alcuna attinenza con i mostri vegetali di cui narra Wyndham, sono assolutamente repellenti.


Guardate il paesaggio invernale, ancora londinese, realizzato per La Morte Bianca: in esso si colgono le caligini dell'alito morente di una città che sta per soccombere alla catastrofe di una neve sproporzionata ...Oppure la poesia aliena che traspare

dalla scena composta per Un Pianeta e tre Stelle. Urania 111: Un Pianeta e tre Stelle


Il lavoro contiene quasi la copia completa di una copertina dell'americano Emshwiller, eppure va oltre, vi si può trovare molto di più.


Sullo sfondo totale e azzurrato di una superficie lunare che riempie lo spazio della copertina di Il Pianeta Maledetto precipita in fiamme un'astronave presa a prestito dai progetti di Wernher Von Braun, che in quegli anni sembravano i più promettenti in campo astronautico.

Urania 16: Il Pianeta Maledetto     Urania Rivista n. 6 (1958)     Urania Rivista n. 7 (1958)

Non è la prima né sarà l'ultima volta che Caesar prenderà a modello i veicoli spaziali dell'ingegnere tedesco, tant'è vero che in uno dei suoi ultimi bozzetti (mi riferisco alla copertina per Il Vagabondo dello Spazio di Fredric Brown) ne appare uno in orbita fra Giove e gli Asteroidi.



Urania 19: Preludio allo Spazio     Cronache del Futuro 16: Trasfusione Atomica     Urania 170: Il Vagabondo dello Spazio

Ispirazioni di Caesar a progetti di Von Braun


Le Stelle ci Amano e Tradotto dal Marziano, rispettivamente dei francesi Pierre Versins e Francis Didelot, sono altri due libri per cui il copertinista ha creato autentici capolavori. Le sfumature d'ombra che vestono il corpo nudo della figura femminile in primo piano, l'erba extraterrestre sulla quale è inginocchiata, e la struttura futuristica che domina sullo sfondo luminoso, sono di una bellezza smagliante tale da sottolineare ciò che il titolo del romanzo afferma.
Urania 103: Le Stelle ci Amano

Urania 155: Tradotto dal Marziano Passando al testo di Didelot, vale proprio la pena di riguardarla, la copertina: tutte le parole di elogio che potrei spendere non servirebbero a decantarne i pregi.



E che dire dell'angoscia trasfusa sul fascicolo di Le Quattro Ore di Satana? Né la storia né l'illustrazione possono essere definite di SF, anzi; ma quella mano di donna che emerge dal mucchio di carbone, le unghie laccate di sangue, il foglio che serra tra le dita e l'espressione sul viso del vecchio sul fondo dello scantinato… Dubito che si possa fare di meglio.

 


Urania 89: Le Quattro Ore di Satana

(continua nella parte 4)


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