Lieutenant - chi - è
"Lieutenant Kijé, pseudonimo di Alain Yawache (1932-*). Scrisse La Guerra delle Macchine, (Urania 274) e il racconto "La Corona di Sabbia" nell'antologia Il Fanciullo nato per lo Spazio, (Galassia 190)"
Apprendiamo queste cose, naturalmente, dal Catalogo Vegetti.
Nella pubblicazione CELT del 1973, Kijé viene definito come un misterioso autore francese, isolato nel quadro della fantascienza mondiale, "cantore della guerra, intesa come suprema forma di realizzazione dell'uomo."
Non lo mettiamo in dubbio. Guardiamo adesso la bella copertina di Karel Thole:
Degli omini lottano contro poderosi macchinari, che avanzano come carri armati su un tappeto di macerie.
Senza dubbio la scena rievoca le sequenze iniziali del film Terminator.
O meglio, le anticipa di trent'anni. Il disegno è del 1961!
Se volete maggiori dettagli sul romanzo, ecco la scheda relativa a Urania 274, a cura del dr. Moebius.
Ma la questione che vorrei affrontare adesso è un'altra:
In realtà, si tratta di un personaggio mai esistito.
Nel 1933 uscì in URSS il film Luogotenente Kijé. La trama si basava su un fatto che si suppone
avvenuto durante il regno dello Zar Nicola I.
Durante una pubblica cerimonia, il monarca aveva sbagliato a pronunciare
il nome di un ufficiale degno di menzione per un'impresa militare. Piuttosto che contraddire il loro sovrano,
nel banchetto susseguente i cortigiani letteralmente inventarono quest'ufficiale, appunto il luogotenente Kijé, e
cominciarono a creargli intorno delle magnifiche storie in cui egli era protagonista.
Man mano che le notizie di queste
imprese circolavano e s'ingrandivano, Kijé si trasformò in un vero e proprio mito.
Un bel giorno lo Zar, pieno d'ammirazione, espresse il desiderio di incontrare di persona questo eroico luogotenente.
A questo punto divenne indispensabile, per i cortigiani, far morire il loro Kijé sul campo di battaglia prima
dell'incontro con lo Zar!
Il grande compositore sovietico Serghei Prokofiev (1861 - 1953) fu incaricato di scrivere la colonna sonora del film.
Prokofiev era un compositore di tale statura artistica che le sue musiche per i film Alexander Nevsky e, appunto, Luogotenente Kijé, entrarono a pieno diritto, per la loro bellezza, anche nel repertorio concertistico sinfonico "ufficiale", cosa eccezionale negli anni Trenta.
Per un racconto così affascinante, Prokofiev mise a punto una colonna sonora piena di spirito e d'ironia. Poi, nel 1934 la rielaborò trasformandola in una suite sinfonica di cinque movimenti.
La suite venne eseguita per la prima volta in quello stesso anno a Mosca e da allora divenne popolarissima.
Ecco, ad esempio, la copertina di un LP con una esecuzione del 1976 distribuita dalla "Quadrifoglio".
Il Primo movimento, La nascita di Kijé (allegro) inizia con una fanfara eseguita da fiati fuori dal palcoscenico. Flauto e tamburo militare introducono poi un tema di marcia e noi immediatamente comprendiamo che il nostro eroe nasce, e che è già ufficiale, fatto e finito.
Segue una Romanza (andante) originariamente per baritono, che in versione orchestrale presenta due ottimi a solo per contrabbasso e sassofono tenore.
Le nozze di Kijé (allegro fastoso) offrono una vivace melodia affidata agli ottoni, che sfocia direttamente nell'altrettanto vivace quarto movimento, Troika (moderato).
Troika era originariamente un canto da taverna per baritono, ma poi fu orchestrato per tutti gli strumenti, compresi gli "effetti speciali" dei campanelli da slitta, per dare appunto l'idea di una slitta da neve trainata da cavalli.
La cornetta fuori palcoscenico introduce il movimento finale, Il funerale di Kijé (andante assai). Come una marcia funebre di Sigfrido, questo movimento è una sorta di riassunto della vita dell'eroe (fatto che si concretizza con richiami ai movimenti precedenti).
Con le note finali della cornetta, Kijé viene dolcemente calato nella fossa, con grande sollievo dei cortigiani.
Un suggerimento a chi non ha mai ascoltato nulla di Prokofiev: procuratevi questa musica, e ascoltatela. Magari vi verrà voglia di conoscere altri brani di questo grandissimo compositore del Novecento... male non ve ne verrà; anzi!
Tornando a Lieutenant Kijé... ebbene, c'era forse nome più indicato del suo, un personaggio leggendario e fasullo, per la scelta dello pseudonimo di uno scrittore?
E così, possiamo concludere che anche Alain Yawache conosceva la favola reale di un certo luogotenente virtuale!
Il Custode
Post scriptum: Daniele A. Gewurtz ha segnalato una ghiotta notizia a proposito di Kijé:
La "leggenda" di Kijé è stata trattata anche dallo scrittore sovietico Jurij N.
Tynjanov nel suo "Podporucik Kize" (sulla "z" ci dovrebbe essere la
"pipetta", la sorta di circonflesso rovesciato; è un altro modo di
traslitterare "Kijé").
Il libro è tradotto in italiano dalla
Sellerio col titolo Il sottotenente Summenzionato; pare che l'equivoco derivi dalla parola "kijé" che significa appunto
"summenzionato", ma qualche burocrate per errore la scrive maiuscola, e lo
zar la interpreta come un cognome.
Tutti alla Sellerio, dunque! E grazie Daniele!