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Scacchi e letteratura (1) - Scacchi e letteratura (2): QUADRO SINOTTICO
Ignacio García-Valiño - CARO CAINO
Thriller
titolo originale: QUERIDO CAÍN , Editorial Plaza & Janés , 2006
(I ediz italiana PIEMME , collana "Linearossa", 2010 - pagine 433 - traduzione di Paola Olivieri)
Ignacio García Valiño, nato a Saragozza nel 1968, psicologo dell'età evolutiva, scrittore e sceneggiatore. Caro Caino, incrocio fra thriller e romanzo psicologico, è stato finalista nel premio letterario Ciudad de Torrevieja, e il suo protagonista principale è esattamente... uno psicologo dell'età evolutiva.
Il ruolo degli scacchi è imponente.
"Lei dunque è uno psicologo."
"È così. Ho in trattamento il ragazzino."
"Mia moglie è andata da uno psicologo per cinque anni."
"Ah sì?" Era contento di poter rompere il ghiaccio. "E come è andata?"
"Si è suicidata."
PERSONAGGI PRINCIPALI
JULIO OMEDAS, professore di psicologia e scacchista. Ex promessa, è diventato Maestro FIDE ma poi, disilluso, ha abbandonato l'agonismo. Ora gioca solo per divertimento. Mentore di giovani talenti (Laura e Nico). NICOLÁS ALBERT, detto NICO. Ragazzino geniale ma anche efferata mente criminale. CORAL ARCE, madre di Nico. Pittrice promettente, ha abbandonato questa ed altre passioni di gioventù per diventare medico e dedicarsi alla famiglia. Il suo matrimonio è in crisi. CARLOS ALBERT, padre di Nico, uomo d'affari. Amico di Julio per via della comune passione per la musica e Mahler. LAURA OMEDAS, affezionata nipote di Julio, in cui vede la figura paterna mancante. Giovane promessa di scacchi. PATRICIA OMEDAS, sorella di Julio e madre di Laura. ANDRÉS OLMO, giovane collega di Julio, attratta da lui. molti SCACCHISTI del Circolo "Gambito": allievi, istruttori, kibitzer (chiacchieroni disturbatori)
TRAMA (solo cenni, naturalmente) Julio viene incaricato da Carlos di prendere in cura il figlio Nico, in quale manifesta stranezze comportamentali e attimi di sadismo. Lo psicologo, professionalmente interessato, accetta. Intende usare gli scacchi come mezzo di comunicazione col ragazzo, il quale gioca solo contro il computer. Omedas batte Nico e si fa accettare da lui come maestro di scacchi. Nel corso dei suoi incontri, Julio scopre l'amoralità del ragazzo ed è costretto ad alzare la posta: usare i valori del gioco come veicolo di educazione morale e canalizzazione degli impulsi violenti. Gli propone di entrare nell'ambiente agonistico del suo Circolo, e diviene il suo mentore. Nico entra nel Circolo di Julio. Sfida, irrita e batte uno per uno i più forti giocatori. Conosce anche Laura, nipote e miglior allieva di Julio. Pur venendo ripetutamente sconfitto da lei, stabilisce con la ragazza rapporti paritari e amichevoli. Le vicende scacchistiche si intrecciano con quelle umane di tutti i protagonisti. Maturano colpi di scena, fioriscono passioni. Verrà infine il tempo del torneo nazionale, delle sfide dirette, della resa dei conti, dello zeitnot finale. |
prima edizione PIEMME Linea Rossa
Il romanzo procede in maniera incalzante. La tecnica narrativa è prevalentemente la visione in soggettiva dei vari personaggi. L'Autore salta con noncuranza dalla prospettiva mentale di Julio a quella di Coral, poi a quella di Carlos, di Nico, di Laura, sia nel presente che in flashback… alternandole alla tipica voce impersonale del narratore, e al diario scritto dello psicologo. Le vicende catturano il lettore, come ogni thriller che si rispetti.
Ho voltato pagina sempre più velocemente (rallentando quanto bastava per apprezzare i numerosi momenti scacchistici) e i colpi di scena mi hanno debitamente sorpreso; e questo è bene, per il lettore. Tuttavia il finale mi ha lasciato sconcertato e con un po' di amaro in bocca: ho avuto la netta sensazione tutto il discorso fosse stato chiuso in maniera affrettata...
...a meno che non sia in preparazione una sorta di Caro Caino 2, la vendetta…Aspettiamo, e vedremo. Comunque sia, ve lo consiglio caldamente. Non ne parliamo se siete giocatori di scacchi!
Un romanzo della formazione è un genere letterario che riguarda l'evoluzione di un protagonista verso la propria maturazione. In passato aveva obiettivi educativi, oggi si tendono a raccontare emozioni, vicende e sentimenti del protagonista. Se volete una lista dei più significativi romanzi di formazione di ogni epoca, andate su Wikipedia (dove, accidenti, hanno trascurato la SF... non hanno messo Il Gioco di Ender! )
E un romanzo della formazione scacchistica? Semplice: è imperniato sulla crescita di giovani iniziati scacchisti. Ecco infatti le magiche parole, pag. 144:
"Mia madre mi ha detto che sei Maestro" pronunciò l'ultima parola con deferenza. Lo scacchista biascicò un suono affermativo. Si diressero lentamente verso l'uscita. "Dai lezioni?" "Qualche volta." "Potresti insegnarmi a giocare in modo potente?" "A che scopo?" "Vorrei diventare scacchista, come te." |
L'archetipo di tutte le richieste dei giovani attratti dal Gioco, rivolta alla mitica figura del Maestro, di colui che sa. Come Tabori in La Variante di Lüneburg.
"Lo sai cosa significa, piccoletto?" |
Prima lezione: morale e disciplina, in cambio di sapienza. Ma c'è qualcosa di vagamente sinistro, nella richiesta "...in modo potente". E presto il maestro smetterà di chiamare piccoletto l'allievo.
RUOLO DEGLI SCACCHI
Fondamentale. Ambientazioni scacchistiche e agonistiche a profusione, partite reali, partite metaforiche... struttura portante scacchistica. Tre stelle piene!
RUOLI STRUTTURALI
Struttura scacchistica. Il romanzo essenzialmente è una gigantesca partita partita psicologo-criminale. Ma attenzione: non siamo di fronte al tipico thriller a indagine (come ad esempio Scacco alla Regina di Mazzanti) ma alla semplice rappresentazione della lotta fra due menti, ciascuna con propri obiettivi e aspettative.
La partita principale è quella fra Julio e Nico.
“Non hai detto perché giochi. … “Voglio aiutarti, Nico. Ma sta per scadermi il tempo, sta per scadere la bandierina. È la tua ultima opportunità.” |
All'inizio, a posizione di Julio è più forte; poi, man mano, s'indebolisce. Le mosse si susseguono, ci sarà un adescamento, poi un sacrificio... Interessante è la definizione di scacchi come lotta di Garcia-Valiño:
"Due persone di siedono a tavolino disposte a tormentarsi i neuroni, a uccidersi con la lama della pura logica, senza neanche una parola. Un duello infernale. La mente più forte sottomette quella più debole. Il vincitore taglia la testa e se la porta via come trofeo." |
E te pareva, che non gli piacesse... ma qui mi interessa rimarcare che la definizione di lotta scacchistica, con la trasformazione dell'avversario in trofeo, è molto vicina a quella del filosofo Natale Loda (1) . È il lato oscuro degli scacchi. Non meravigliamoci: molti di noi si vantano esattamente di aver portato a casa lo scalpo di un Maestro!
Indissolubilmente legato al concetto di lotta fra due menti ce n'è un altro.
Il rapporto maestro-discepolo
Questo è il topos caratteristico dei grandi romanzi della formazione scacchistica. In Caro Caino ci sono addirittura tre sottoromanzi di formazione: di Julio stesso, di Nico e di Laura.
Scacchi della formazione - Julio
"Mio padre impazziva per gli scacchi e mi ha trasmesso la malattia". |
Passione-ossessione, ovviamente. Un po' di quella c'è sempre. Ma Julio saprà trovare il suo limite, mentre non si contano i personaggi letterari che precipitano, come falene, nel sole. Due momenti della sua crescita, nei quali si individuano anche i semi della disillusione:
Si sentiva irretito in un campo di forze magnetiche – triangoli e alfieri e pedoni, squadre di torri, azioni e reazioni – e passava quasi tutti i pomeriggi nella scuola della Federazione. Era una giovane promessa... Nel superare i Pirenei come scacchista, bisognava portarsi bisacce con due sacche, una piena dell'analisi mercuriale di un matematico e l'altra piena dell'intuizione deragliante e audace di uno spirito creativo, per poter ricorrere all'una o all'altra a seconda di quel che richiedeva la partita. A Julio mancava la seconda sacca. |
A giudicare da quel che scrive, è probabile che l'Autore sia scacchista e giocatore di torneo (2) . Poi forse anche lui si sarà stancato degli scacchi. Scommetto un euro che qualcosa di autobigrafico esiste, in certe certe parole dello psicologo da cui traspare un amaro disincanto per il gioco:
Gli scacchi erano una macchina in grado di catturare i vanitosi per poi annichilirli… alla fine si incontravano sempre gli stessi tre o quattro veterani defenestrati dai circuiti che contavano, vecchie glorie tramontate, che si riunivano per saldare vecchi rancori, con le loro lame ancora affilate di logica, in round circolari di partite e round amari di birre alla spina, accanto a un orologio un po' frastornato dai colpi ricevuti… fin quando chiudeva la baracca, non si versava più birra e dovevano andarsene altrove con le loro scacchiere. |
Quell'orologio un po' frastornato fa rima con pugile suonato. E mi vengono in mente le amare parole di disincanto del maestro Klicka ne I Minuti Contati :
Erano cervelli assai acuti, capaci di calcolare, di comprendere qualsiasi scienza, eppure tutti i loro sforzi miravano a una meta insensata... attorno ad essi, in tutte le direzioni, si estendeva il mondo reale, abitato da miliardi di uomini felici, sofferenti, uomini che amavamo e odiavano, che si dedicavano ad attività sensate e comprensibili a prima vista - mentre loro, e io - sessantaquattro quadratini, marionette, mosse. |
Sigmund Freud - gioca anche lui...
Scacchi della formazione - Laura. La formazione della nipote è resa più intrigante da un sotterraneo sentimento edipico zio-nipote che Julio sublima in affetto paterno, figura di cui Laura è priva.
Ora Laura era in camera sua, concentratissima a risolvere gli esercizi di un libro di scacchi che le aveva dato lo zio, per perfezionare i finali. Era come un passatempo. Giochi di combinazioni, faceva esperimenti con i pezzi, il gomito sinistro appoggiato sul bracciolo della poltrona e la mano sul mento. Annuiva o dissentiva, a seconda della mossa. Julio le si avvicinò alle spalle e le sussurrò all'orecchio: “Vedo matto in sette.” |
Per il resto non si allontana dai canoni soliti. Laura è comunque la pupilla di Julio, e la più forte giocatrice del Circolo. E anche la più equilibrata, dal punto di vista psicologico. Vorrà fare anche la mamma. Una piccola Judith Polgar, insomma.
...e gioca anche Gustav Mahler
Scacchi della formazione - Nico
Abbiamo già visto l'esordio della formazione di Nico. Anch'esso è imbevuto di passione-ossessione, e almeno all'inizio, di rispetto allievo-maestro.
Omedas cercava di far combaciare i due pezzi apparentemente inconciliabili: la crudeltà e gli scacchi. Erano le sue due manifestazioni artistiche. La mente di Nico era un pirana vorace. Aveva bisogno di sfide. Gli scacchi, una pozzanghera in cui può annegare un elefante. Nelle sue limitate dimenzioni di sessantaquattro caselle bianche e nere trovava la voluttuosità della vertigine. Lo psicologo aveva percepito che Nico era malato di tedio. Di tedio e di odio. |
Ma Nico è sadico. Strappa le ali ai suoi avversari, come strappa le ali alle mosca nel retrocopertina. Fischer diceva dei suoi avversari: mi piace vederli dibattere. Ecco. Laura è una piccola Polgar, ma Nico è peggio di un piccolo Fischer.
"Perché ti impegni a far sì che gli altri siano a disagio quando giiocano con te? Ricordi il consiglio che ti ho dato." |
Più tardi l'animosità fra i due si accentuerà di molto, fino alla brutalità.
"Credo che tu non abbia capito niente degli scacchi. Non capisci in cosa consistono." |
e il cerchio si chiude: la partita-formazione confluisce nella partita-lotta.
Partite metaforiche secondarie
Dopo tante partite canoniche ce n'è una secondaria, fra due personaggi illustri del passato: il padre della psicanalisi Sigmund Freud e il grande compositore Gustav Mahler. Il maestro boemo andò effettivamente a consultare lo psicanalista, a Vienna.
Il motivo? La perdita della donna...
No, non a scacchi. Era depresso per i continui tradimenti da parte della moglie Alma. Intelligente e bellissima, fu amica di molti intellettuali dell'epoca, fra cui Gropius e Klimt. Gente di scarso valore...
Alma Mahler
E comunque, Freud e Mahler giocano (quanti significati in un verbo!) pure un altro ruolo. Freud quella di nume tutelare di Omedas/Valiño; mentre l'ascolto della Quarta Sinfonia di Mahler genera l'amicizia fra Julio e Carlos.
Scacchi come veicolo di comunicazione diplomatico. Nelle buone intenzioni di Julio, questo è il senso iniziale dei suoi scacchi con Nico, che egli vede come un alieno da raggiungere:
“Accederò a lui attraverso gli scacchi - disse Julio - per portarlo sul mio terreno.” |
Pensate a come Padre Francisco accede all'alieno Metzil-Nagua attraverso gli scacchi (La Croce di Ghiaccio). A come Jernau Gurgeh si fa accettare dall'Impero attraverso il gioco (L'Impero di Azad). A come Robert O. Lang usi gli scacchi-putkia per stabilire un contatto diplomatico coi Veldiani ne La Seconda Partita (al quale dedicherò pure una scheda) eccetera.
Sempre in ambito di comunicazione, incontriamo una parabola-indovinello e perfino una nenia scacchistica quasi comica. Non vi dico per chi, ma si trova a pagina 320-21. Gli scacchi servono pure a sottolineare tensioni ignote al lettore:
Carlos notò qualcosa di strano e lo attribuì al fatto che Julio si aspettasse che lui gli presentasse la moglie. Perciò lo fece, i due si diedero la mano, rendendo molto le braccia per evitare di avvicinarsi. C'era un silenzio tanto diafano che, quando cadde la bandierina, si sentì perfino il clic finale dell'orologio. |
seconda edizione PIEMME (I Maestri del Thriller n. 132, 2011)
RUOLI ESTERIORI DEGLI SCACCHI
Scacchi d'ambientazione plausibile
In Caro Caino si incontrano innumerevoli descrizioni di sequenze di gioco. Soprattutto riguardo alla formazione di Nico e Laura. Ho già fatto notare che esistono vari modi di includere partite in un romanzo. La scelta strutturale è quella più radicale e difficile (La Scacchiera di John Brunner): essa fa corrispondere una certa azione a ciascuna mossa.
Con scacchi d'ambientazione plausibile lo scrittore fa scorrere un brani di partita, e promuove sequenze di mosse, da evento di gioco a scorrere letterario. Egli introduce la descrizione verbale delle varianti, cosa impegnativa da seguire per i non esperti. L'obiettivo è far comprendere che qualcosa di compiuto, di scacchisticamente grave, di comprensibile agli iniziati stia avvenendo; e nel contempo, che essa abbia un senso letterario per tutti.
In altre parole egli cerca di raccontare il senso di ciò che avviene sul campo di battaglia, magari sulla base di una partita realmente giocata da maestri. È questa l'opzione a mio avviso più equilibrata. Fra tantissimi romanzi che usano questa tecnica, due particolarmente importanti sono Novella degli Scacchi di Zweig e La Regina degli Scacchi di Tevis per notorietà e uso massivo del concetto.
Si può infine giungere a raccontare ciò che accade anche interponendo mosse o aiutandosi con diagrammi. Ma ciò porta inevitabilmente a degli scompensi, sia nei confronti del lettore scacchista che di quello inesperto, in quanto viene inevitabilmente a interrompersi la fluidità del processo di lettura.
Valiño sceglie sempre la strada fluida, senza mosse né diagrammi.
L'apertura terminò con l'arrocco: le perdite di contingente - zavorre che si buttano via per poter accelerare - erano quasi pari: tre pedoni, alfiere e cavallo per Laura, e tre pedoni e due cavalli per Nico. Elegante e imperturbabile, la nipote di Julio diede avvio a una lenta e lunga galoppata del suo alfiere in diagonale, seguita dagli occhi di Nico, che sembravano chiedersi dove si sarebbe fermato. La destinazione parve non piacergli affatto... |
Scacchi e storia
Si parla del famoso quadro di Mussini del 1883 Una sfida scacchistica alla Corte del Re di Spagna (Filippo II) che raffigura il match fra Leonardo da Cutro, meglio noto come Il Puttino, e il vescovo Ruy Lopez . Sì, proprio il sostenitore della Partita Spagnola.
Metafore amorose
Il risultato era che la relazione tra lei e Julio somigliava a quella di due amanti che condividono le infedeltà in una camera d'albergo, in orario lunare. Il quadrante dei loro appuntamenti era come una scacchiera: notti nere e giorni bianchi. Ciascuno faceva la propria parte in una partita già persa in partenza… Si somigliavano come due torri di diverso colore. Due colori che fanno a pugni, Due colori condannati a battersi finché non ne cade uno. |
Allegorie varie. Nico uccide il cane, fingendo un incidente:
Osservò gli occhi della bestia, fino a un attimo prima così vivi. Un finale fulminante. |
Laura sottrae un trombone ad un inquilino disturbatore. Lo zio la rimprovera, ma...
forse era stato davvero un idiota a rimproverarla quando invece avrebbe dovuto farle i complimenti per la sua astuzia: da brava scacchista aveva catturato il pezzo di grosso calibro, disarmando l'avversario. Quella mossa meritava l'elogio… |
Un medico esamina radiografia di Carlos:
avvicinò la lastra a una finestrae e la esaminò con attenzione. Si accigliò. “La c4 e la c5 sono troppo vicine” bisbigliò. A Julio sembrò che parlasse di posizioni sulla scacchiera. |
Non poteva mancare la madre di tutte le metafore:
Qualche volta era colto dalla stessa sensazione: la partita non gli sembrava mai conclusa. La partita era la vita stessa. L'orologio continuava a correre e lui doveva restare vigile per leggere il gioco. |
Un enunciato divertente. Julio dice:
"Volevo portarti con me a Mosca, in Transiberiana, in prima classe." |
E Karpov e Anand, a pappagallo:
"Il treno è un posto perfetto per giocare a scacchi, l'AVE Madrid-Valencia è un viaggio di 95 minuti ed è fantastico per una partita!" (4)
A questo punto mi accodo anch'io. Amo i treni e sono pure modellista ferroviario! Anzi, svilupperò prima o poi una pagina del sito dedicata ai treni...
Citazioni varie per Borges, Spassky, Fischer, e luoghi di torneo. E i titoli dei capitoli sono tutti scacchistici! Un vero peccato, a questo punto, che la copertina del libro non lo sia.
Imprecisioni tecniche. Ricordiamoci che in un romanzo tradotto, tutti noi leggiamo sostanzialmente la prosa del traduttore, o meglio l'interpretazione della prosa dello scrittore da parte del traduttore.
Tradurre non è assolutamente banale - parola di traduttore - e tutta la mia simpatia va a colei che ha reso il romanzo in italiano. Però, che ci voleva a fermare il primo scacchista in giro e chiedergli: "senti, ma che vuol dire 'Alfiere 5 donna era una buona mossa...' ? " invece di spiattellarlo tale e quale a pagina 10?
Un non-scacchista pensa pure "càvoli, gli scacchi sono proprio complicati"; ma uno più scafato dice "...eccheccàvolo!"
Tuttavia, da qui a stroncare la traduttrice, come ho visto fare in alcuni blog, ce ne corre. Se il romanzo scorre bene, è merito anche suo.
Nota 1 - Ed ecco la seconda curiosità su García-Valiño, tratta da un' intervista rilasciata ad ABC il 27 ott. 2006 .Si tratta di un altro spunto autobiografico. Lo traduco a braccio.
"Ho conosciuto casi di bambini che disturbano intenzionalmente il giochi, e a cui piace e imporre qualcosa di perverso. Un ragazzino come Nico io l'ho conosciuto davvero, e mi ha costretto addirittura a cambiare scuola. Quel piccolo bastardo ha fatto inacidire alcuni anni della mia vita. Da 9 a 11 anni mi ha vessato terribilmente, e quando i miei genitori sono andati a scuola a protestare, ha fatto in modo da capovolgere ingiustamente le accuse. E la scuola, privata, non ha avuto interesse a dirimere nella maniera giusta tali controversie. Lo ricordo ancora come un affronto e mi sento impotente. Sono convinto che ci siano in giro molti bambini come Nico, geniali ma caratterizzati da uno sviluppo spontaneamente malvagio. E queste sono le generazioni che hanno governato la Spagna per trent'anni."
Come si creano questi piccoli mostri?
"Non c'è sempre un solo fattore determinante socio-culturale, ma l'influenza della società materialista e permissiva in cui viviamo è seria. Oggi si è perso del tutto il rispetto per la figura del padre e della madre. Il bambino è l'obiettivo della pubblicità, e così siamo passati da un eccessivo autoritarismo a un eccessivo "lasciar fare", allevando dei piccoli tiranni in famiglia.
Nota 2 - Le partite che García Valiño ha profuso nel libro sono state realmente giocate? Glielo chiederò, e caso mai aggiornerò queste note.
Nota 3 - Natale Loda, filosofo romano, scrisse Il Giocatore di Scacchi, interessante lavoro al quale dedico apposita scheda. Esso teorizza il senso della lotta scacchistica dal punto di vista etico e filosofico, e il significato di Scuola scacchistica empirica.
Nota 4 - L'evento Anand-Karpov è stato organizzato dal sistema ferroviario spagnolo RENFE sotto lo slogan Caballo ganador (Cavallo vincente). La partita ha avuto luogo il 2 febbraio 2011 ed è finita patta (Photo © Ajedrez Del Futuro Website 2011). Chissà se Karpov e i dirigenti RENFE avevano letto tutti quanti il libro di Valiño, uscito 5 anni prima...
Io penso che che possa bastare. E comunque... la trama non ve l'ho detta. La mia coscienza è a posto!
ll Custode