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Hubert Monteilhet - LE CENERI DELLA DEFUNTA
titolo originale: LE RETOUR DES CENDRES - I ediz: Denoël, Paris 1961
(traduzione di Valerio Riva - I ediz italiana Feltrinelli, maggio 1966)
Importante giallo d'ambientazione scacchistica, scritto da un valente scrittore francese ancora vivente, Hubert Monteilhet.
Certo che da voi, negli anni Sessanta, c'era molta ipocrisia... e nell'edition italienne del mio libro, la Feltrinelli ha stampato più volte sul retro la parola "ginecologo", in un goffo tentativo di risultare peccaminosa e attrarre i lettori "per bene"... dunque, un vero insulto al mio lavoro! |
LA TRAMA Nel 1943 ELISABETTA WOLF, una matura - e ancora piacente - dottoressa ebrea diventa l'amante di Stan (STANISLAO PILGRIN) che ha conosciuto giocando in un circolo di scacchi. Elisabetta è in condizioni economiche agiate, e Stan diventa il suo mantenuto. Ciò gli consente di poter coltivare l'ambizione di diventare maestro internazionale. Elisabetta riesce a sposare Stan, ma viene tradita da qualcuno. Arrestata dalla Gestapo, viene condotta in un campo nazista, dove per sopravvivere è costretta a prostituirsi. Due anni dopo Elisabetta, scampata all'Olocausto, si ritrova imbruttita e segnata dalle sofferenze. Ama ancora Stan, ma scopre che è stato lui ad averla tradita, e che è diventato l'amante di sua figlia FABIENNE (avuta nel precedente matrimonio). I due per giunta stanno brigando per impadronirsi legalmente della sua eredità. Allora escogita un contro intrigo. Si fa cambiare i connotati con un intervento al volto, e si presenta casualmente ai due. Sfruttando la sua rassomiglianza con la ‘defunta' signora Pilgrin entra nella combriccola, e riesce addirittura a ridiventare l'amante di Stan, sotto mentite spoglie. La donna inoltre agisce anche dall'interno del terzetto, prende alcune contromisure e infine decide di farsi riconoscere da Stan giocando a scacchi. Resta solo il problema Fabienne... Il romanzo è sapientemente portato avanti come diario post mortem. Elisabetta, infatti, è stata trovata morta in casa, uccisa dal gas (e questo è il primo colpo di scena); il suo diario viene consegnato dal giudice istruttore a Fabienne. La figlia, parzialmente ignara dei fatti scoprirà, leggendo assieme al lettore, tutta la verità. Gli indiziati del delitto sono soltanto... (omissis) e soltanto alla fine il romanzo troverà degna conclusione con un secondo colpo di scena! |
RUOLO DEGLI SCACCHI
Scacchi come lotta fra due menti. In molti brani letterari la volontà di prevalere a scacchi sottintende la semplice volontà di distruggere metaforicamente l'avversario. In questo caso, invece, essi sono usati per un sottile e originale gioco psicologico sulla vittima. E cioè come strumento di riconoscimento da parte di una donna doppiamente tradita, il 'nemico' più temibile per un uomo!
In letteratura si danno parecchi classici casi di partite della verità. Nel caso del riconoscimento, se ne incontra una classica nella Variante di Lüneburg di Maurensig, ma lì la posta in palio fra l'ariano Fritsch e l'allievo di Tabori sarà il castigo; mentre qui è il perdono.
Il momento chiave scacchistico si trova verso la fine del diario. Elisabetta, per riavere il suo amante in veste di moglie, e non di sosia-impostora, ricorre a una partita a scacchi. Pilgrin, credendo di giocare contro un'incompetente, gioca distrattamente contro la Difesa Francese della donna, mentre la vera Elisabetta è una dilettante fortissima ed evita, quasi come per caso, alcune trappole. In una descrizione ricca di pathos il Bianco perde tutto il suo vantaggio... Stan comincia a insospettirsi, suda, teme la donna, ma vuol vedere il bluff e sacrifica l'Alfiere in h7! È il momento della verità. Elisabetta analizza varianti di sei o sette mosse ed escogita una difesa che solo lei poteva trovare, un contro-sacrificio in e5, e con questo sceglie di farsi riconoscere. Sconvolto nel vedere la mano avversaria sul pedone e5 Stan abbandona, e crolla tremante ai piedi della donna, chiedendo perdono. |
Scacchi come veicolo di conoscenza fra uomo e donna . La situazione d'approccio più simile (pensate, in un circolo!) è forse quella evocata da Fritz Leiber nel suo Scacco al Tempo, nel quale Carr e Jane vanno al club, giocano, e poi si mettono assieme. Qui la situazione è simile. Elisabetta va al circolo, vede Stan, lo vuole; e lo sfida a giocare lampo. Lui risponde con sufficienza che gioca solo a soldi... e lei naturalmente accetta subito.
“...ogni tanto facevo finta di disperarmi per la sua tecnica, e lui mi consentiva un paio di pareggi con un'apparente buona fede, tanto per incoraggiarmi a perdere altre partite. Sono stata ad ammirarlo per più di un'ora. Era mezzanotte passata quando l'ho pagato.” |
Paga i suoi servigi. Come un gigolò!
E infatti, dopo il gioco Elisabetta si porta Stan appresso, docile come un agnellino. Le lampo sono quasi tutte perse; ma l'altra partita, quella eterna donna-uomo, è stravinta.
Scacchi d'ambientazione. Monteilhet, professore di storia e pure raffinato scrittore di romanzi storici (uno per tutti: Neropolis) si è cimentato in un romanzo nero a mio avviso pregevole, nel quale gli scacchi giocano una parte importante e originale. Scommetto senz'altro sulla sua competenza scacchistica, date le citazioni tecniche e l'esattezza delle descrizioni dei momenti agonistici del gioco.
Ovviamente il libro è irreperibile; ma con un po' di fortuna, su Ebay o presso qualche rivendita di libri usati, si può trovare.
Come avrete già capito, dal libro fu tratto un film. È del 1965, e s'intitola Retourn from the Ashes, con Maximilian Schell, Samantha Eggar e Ingrid Thulin, regia di J. Lee Thomopson.
Per finire, una divertente curiosità. Quando i due si alzano per andarsene a casa di lei, sullo sfondo siede il segretario dei Circolo. Beh, non ha un volto noto?
Non lo riconoscete?
È Vladek Sheibal.
Ma detto così, sono certo che non vi dice niente.
... insomma, è Kronsteen!
Lo scacchista della Spectre in 007 dalla Russia con Amore!
Il Custode