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Phyllis Gotlieb - MAESTRO DEL MECCANO
titolo originale: O MASTER CALIBAN! - 1976
(traduzione di Maurizio Lipparini - I ediz italiana Sonzogno, collana "Fantascienza" n. 2, giugno 1978)
Phyllis Fay Gotlieb, poetessa e scrittrice canadese di SF, recentemente scomparsa, si è cimentata in un romanzo scacchistico di notevole importanza.
LA TRAMA Sul pianeta assegnato al biologo Dahlgren è avvenuta una rivolta degli automi (gli Erg) quali hanno reso radioattivo l'ambiente e ucciso quasi tutti gli uomini. Gli Erg obbediscono a un essere-regina. Lo scienziato viene fatto prigioniero, mentre i suoi figli mutanti vivono celandosi agli Erg. La Regina fa costruire un automa bionico (Erg-Dahlgren) nel quale vengono riversate tutte le conoscenze dello scienziato. L'essere sarà spedito a prendere il posto dello biologo all'interno della Confederazione. Lo stadio finale del progetto è far giocare una partita a scacchi fra la copia e il Dahlgren originale, per apprenderne i processi di pensiero. Dopodiché, l'uomo verrà soppresso. Uomo-Dahlgren porta la partita per le lunghe, ed essa si svolge lungo tutto quanto il libro. Le vicende esterne del pianeta procedono in contemporanea agli eventi sulla scacchiera. All'inizio la partita è completamente simmetrica, ma poi Erg-Dahlgren (col Bianco) sceglie stranamente di rompere la simmetria. Man mano che il gioco procede egli acquista umanità e comincia a simpatizzare per l'uomo, e nel contempo a nutrire sentimenti di odio e ribellione contro la sua Regina. Dopo alterne vicende… il Nero vince: con l'intervento dei figli di Dahlgren, e in particolare di Shinasian (genio informatico) la Regina è sconfitta e gli uomini riprendono il controllo del pianeta. Erg-Dahlgren, ormai totalmente umano, diventerà fratello e amico dello scienziato.
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Dhalgren mosse Cf6-h5 inseguendo l'Alfiere e lasciando spazio all'avanzata del pedone. La Erg-Regina li aveva lasciati soli, probabilmente per preparare mosse più letali. Erg-Dhalgren si mise improvvisamente a parlare. "Non odiarmi, Dahlgren. Ti dico che il Modello 777 sta progettando di sostituirmi, e penso che ti dovrai preoccupare ancor meno di un Modello Dahlgren 2. Perché vuole sostituirti? Chiese Dahlgren con indifferenza. Una macchina o l'altra significavano comunque la morte. "Anche la Regina pensa che io stia diventando troppo umano". Dahlgren sorrise freddamente. "Barlume d'uomo. Non puoi mangiare, dormire, respirare, secernere, espellere, copulare. I tuoi capelli non crescono, non puoi sputare, tremare, né piangere. E sei troppo umano per gli Erg". "Ho scoperto, Dahlgren, che posso avere dei sentimenti. Voglio conservare il mio essere, e le minacce contro di esso mi portano a quella che io chiamo paura. Scopro di avere desideri e voglie. Voglio vivere e nello stesso tempo voglio sapere. Ci sono cose che non voglio, e una di queste è che tu ridicolizzi le mie modeste rivendicazioni". |
La trama è abbastanza originale, ed il romanzo è gradevole. Tuttavia la vicenda in certi punti si sfilaccia, e perde di tensione narrativa.
RUOLO DEGLI SCACCHI
Il ruolo degli scacchi è molto importante. Le mosse vengono tutte eseguite e dichiarate (cosa che comporta dei problemi, vedi appresso). La partita, tecnicamente attendibile (una Quattro Cavalli) è riportata in calce al romanzo.
Le prime due metafore sono forti e ovvie.
La prima è quella di gioco come indicatore affidabile di pensiero logico: l'istruzione del clone va completata facendolo ragionare a scacchi col proprio originale.
La seconda è che i due schieramenti rappresentano le forze in lotta per il controllo del pianeta: ribelli umani contro forze Erg.
Alcuni pezzi sacrificati corrispondono effettivamente a personaggi che periscono nei due eserciti.
Ma è il terzo simbolismo ad essere il più interessante e originale. La rottura della simmetria della partita testimonia la devianza del personaggio bionico dalla sua programmazione, e quindi l'insorgere e il crescere della sua umanità.
Gli scacchi sono dunque trattati in maniera alquanto originale. Tuttavia, è scelta molto impegnativa far entrare la declamazione delle mosse di una partita nel canovaccio di un romanzo senza interrompere il fluire della lettura.
O si effettua la scelta radicale di far corrispondere un'azione ad una mossa (1), ed in tal modo il romanzo stesso diviene scacchistico strutturale. Oppure li si fanno giocare fisicamente (scacchi d'ambientazione) e si cerca di raccontare il senso di ciò che avviene sulla scacchiera (2) descrivendo semplici spezzoni di gioco, talora ispirandosi a partite realmente giocate.
Gotlieb sceglie una terza strada, più impegnativa ma pure abbastanza comune (3). Prendere una partita realmente giocata da qualche maestro e notarne tecnicamente le mosse all'interno del romanzo, riassumendola per intero alla fine, per consentire al lettore di rigiocarla.
A mio avviso, questa è la soluzione che meno si amalgama al processo di lettura, a causa di un'inevitabile contraddizione. Infatti, il lettore digiuno di scacchi si limiterà a saltare a pié pari le mosse, limitandosi a supporre che abbiano un qualche senso; mentre il lettore esperto di scacchi subirà, per deformazione culturale, l'inevitabile distrazione dovuta all'arresto automatico per riflettere sul significato delle mosse.
In entrambi i casi questo implica un'interazione negativa col processo di narrazione, in altre parole delle discontinuità nel fluire della lettura.
33. L'Erg -Dahlgren mosse il Re in h2 ed evitò il doppio scacco. Il nero prese l'Alfiere con la Torre, cosicché con la mossa 34 la Regina avrebe mangiato la Torre. La restante Torre nera di sarebbe messa in f2. "Scacco", annunciò Dahlgren. 35. Il Re si liberò dallo scacco in g1, e la Torre arretrò in f3. 36. Regina in d3, il nero mangiò il pedone col Cavallo. "Scacco!" esclamò Dahlgren. "Dal momento che hai una risposta per tutto, Dahlgren..." 37. Rg1-h2. Dahlgren mosse la Torre in f2. "Scacco. Suppongo che abbandonerai, Modello Dahlgren. Che cosa avevi in mente?" L'Erg-Dahlgren annuì e fissò la scacchiera mentra Dahlgren sbarazzava lentaente i pessi col braccio. "Dato che Sven ha detto che non mi confonderebbe con te... |
La strada numero tre tenta sostanzialmente di conciliare l'inconciliabile. A mio avviso, se non si è particolarmente bravi sia come scrittori che come scacchisti, è meglio ripiegare sulla seconda soluzione; quando non non si decida di ricorrere alla prima, di natura radicale.
Il Custode
(1) ad es. Brunner, La Scacchiera; Neville, Il Segreto del Millennio .
(2) ad es. Zweig, Novella degli Scacchi; Rogoz, Pianeta Morphy ; Stassi, La Rivincita di Capablanca ; Tevis, La Regina degli Scacchi, forse il più imponente per tale aspetto.
(3) ad es. Aldani, La Croce di Ghiaccio ; Tournier, La Colubrina ; ed altri.