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Mario Mazzanti - SCACCO ALLA REGINA
Thriller
(I ediz italiana Leone Editore , collana "Mistéria", febbraio 2011)
Mario Mazzanti, medico milanese, è appassionato di cinema, letteratura, opera e scacchi. Ha concepito questo romanzo in tre anni.
"Vi rivelo subito un segreto: la mente che nel mio romanzo sta dietro agli assassinii... è il dentista!"
"...e il dentista sono io".
"Càvoli, un thriller scacchistico. E che bella copertina! Ma, gli scacchi c'entreranno davvero?" Mi son detto.
E ho cominciato a leggerlo.
Non l'avessi mai fatto! Non ho più smesso fino alla fine.
Gli scacchi c'entrano assai. E che bei colpi di scena! Tutto ciò depone - secondo i miei parametri - assolutamente a favore del romanzo, che buca le pagine e spinge il lettore a sfogliare, a sfogliare... ho trovato buoni approfondimenti psicologici, ottima alternanza degli episodi, ritmo incalzante, suspence, colpi di scena. Sono perfettamente d'accordo su quanto scrive Cristina Aicardi su Thrillerpages:
Gli ingredienti di primo acchito parrebbero essere quelli di un classico thriller: un serial killer che gioca una partita a scacchi con la polizia, vantandosi delle sue mosse efferate con la star del giornalismo televisivo del momento, una giornalista arrivista e senza scrupoli, disposta a tutto per uno scoop; a contrastarlo, la polizia affiancata da un profiler comportamentale che pare provare una sorta di empatia con gli ambienti dove si muovono i protagonisti del libro. Fin qui si potrebbe dire che non vi sia nulla di originale, e invece il libro ha degli improvvisi cambi di prospettiva, capovolgimenti di situazioni e colpi di scena inaspettati che lo rendono estremente interessante. Nei migliori libri gialli nulla è mai come sembra e qui questa tradizione viene rispettata. Decisamente buona la costruzione della trama, imprevedibile sino alla fine. Cinica e probabilmente veritiera la descrizione dell' ambiente del giornalismo televisivo, suddito dell'audience e dello scoop. Ben caratterizzati i personaggi e la loro evoluzione.
Le 500 pagine non vi spaventino, la lettura è scorrevolissima e mai noiosa, la suspence non manca e la curiosità vi trascinerà sino alla fine.
Un bel thriller, consigliato. Straordinaria la copertina che merita una segnalazione .
Data l'uscita recente del libro ritengo corretto non darvi la trama, ma solo alcune informazioni preliminari, e le osservazioni inerenti agli scacchi.
PERSONAGGI PRINCIPALI CLAPS - Psichiatra forense, consulente della polizia. Mente acuta e indagatrice, ricca di tormentata umanità. GRETA ALFIERI - Giornalista televisiva. Abile e intelligente, ma tronfia ed egocentrica (fino a metà romanzo). MITNICK - Hacker. Collabora con Claps in virtù di un vecchio debito morale. Timido e schivo, al limite dell'asocialità. SENSI - Commissario capo e referente di Claps. Cinico e autoritario, tiene tuttavia in massima considerazione le opinioni dell'investigatore. ADRIANA MAGGESI - Impiegata. Prima vittima del killer. MORGANTI - Funzionario di banca. Fidanzato di Adriana Maggesi. Non è ciò che sembra. MONTANARI - Caporedattore di Greta. Untuoso e opportunista. IL KILLER - Mente determinata e crudele. Gioca a scacchi. Come Greta.
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"Gioca ancora?" "Solo saltuarimente, su Internet. Gli scacchi sono un bel gioco, ti insegnano ad essere analitico, metodico, aggressivo, e soprattutto spietato". Claps apparve lontano, concentrato su un pensiero; Greta Alfieri lo lasciò fare per qualche secondo prima di domandare: "Pensa che l'assassino sia in qualche modo ossessionato dagli scacchi? Che mi abbia scelto perché sa che sono una giocatrice?" Claps allargò le braccia: "Forse... certo è una possibilità da tenere in considerazione. Ci sarebbe semmai da chiedersi come ha fatto a sapere che lei conosce bene il gioco". "Non è un segreto: per il TG ho firmato nel passato qualche servizio su avvenimenti scacchistici, e ultimamente è andata in ionda una mia intervista al campione del mondo che si trovava in Italia per ricevere un premio. Claps se ne stette ancora in silenzio a riflettere. "Secondo lei, perché ha scelto Morphy come pseudonimo?" chiese quasi all'improvviso. Greta Alfieri non mostrò dubbi: "È stato il più grande di tutti". |
Il personaggio di Greta Alfieri è un incrocio fra una anchorwoman televisiva contemporanea intelligente, brava e bella (per quest'aspetto, scegliete a piacere fra: Lilli, Tiziana, Maria Luisa, Maria Concetta...) e Diana Christensen, la fanatica giornalista-arrampicatrice del film Quinto Potere (1976)
Diana (interpretata da Faye Dunaway) non disdegnava - come Greta - di andare a letto con gli uomini che potessero sospingerla più in alto nelle gerarchie televisive... anche se, durante i suoi frenetici orgasmi, continuava a farneticare di soggetti e di audience!
Il protagonista investigatore, Claps (secco cognome, solo) è un uomo capace di grande empatia con tutti i suoi interlocutori e in particolare con le vittime delle ingiustizie. Intelligente, dotato di grande sensibilità e acuto senso indagatore, soffre psichicamente e fisicamente al cospetto del male. Inoltre si sente molto solo, ed è turbato da un incubo ricorrente (sprofondare in uno stagno di fango), fatto forse dovuto a un dramma personale. Mazzanti fa solo cenno ad una grande perdita subìta; forse chiarirà la cosa in un futuro romanzo...
Pur sofferente, Claps trae nuove energie da ogni colpo del killer:
Claps chiuse gli occhi, ma non trovò nessuna vertigine ad attenderlo: quella mattina, di fronte al cadavere di Paola Serni, le acque dello stagno si erano definitivamente chiuse su di lui e adesso nuotava determinato e senza alcuna pietà verso il fondo. A costo di farsi schiantare il cuore nel petto ne sarebbe riemerso con la testa dell'assassino fra le mani. |
E Mitnick? Intanto, va al supermercato.
Il ragazzo dall'aspetto trasandato poco distante da lui sembrava al contrario non avere dubbi: il carrello già colmo di birre e confezioni di tonno veniva ora stipato all'inverosimile di fagioli in scatola. Il ragazzo poteva avere ventidue, ventitré anni, si muoveva a scatti, con uno sguardo obliquo che sprofondava nelle occhiaie; parve non accorgersi di Claps che accostava il carrello al suo. "Ciao, Mitnick, come va?" Il tragazzo non guardò verso di lui, né interruppe le operazioni di carico. "Non sono più Mitnick da molto tempo, e lei dovrebbe saperlo bene". |
Oggigiorno l'hacker è l'indispensabile figura tecnologica che spalleggia l'investigatore, sia nel romanzo che nella realtà. Necessario ancor più dell'anatomo-patologo, del perito balistico, del chimico, dell'elettronico, dell'esperto di turno (in questo caso di scacchi!) i quali prendono in mano le prove in differita per sottoporle al vaglio della propria competenza... l'hacker spalleggia l'investigatore nella realtà virtuale in tempo reale!
In qualunque struttura investigativa contemporanea che si rispetti sono presenti uno o più smanettoni. Potete pensare agli informatici delle varie serie di Fiction TV di adesso... a me vengono subito in mente "Rat" Finch, il consulente-amico del gruppo di scienziati che, nel film The Core (2003) partono verso il centro della Terra per salvare il mondo;
...e l'indimenticabile Lisbeth Salander, aiutante di Michael Blomqvist nella trilogia Millennium (uscita sul grande schermo come Uomini che odiano le donne, ecc.)
Claps non fa eccezione, e si avvale della consulenza di Mitnick, che tiene vincolato a sé in virtù di un debito morale. Il ragazzo forse fisicamente assomiglia a Rat, ma è asociale come Lisbeth. Certamente è un po' meno incattivito di lei.
RUOLO DEGLI SCACCHI
Il ruolo degli scacchi è abbastanza importante (anche se non basilare) e si sviluppa in nove topoi (tòpos = rappresentazione, luogo letterario, caratteristica, modo di essere).
I primi due sono strutturali.
1. La partita indagatore-indagato accomuna quasi tutti i romanzi a indagine. Mossa dell'uno, contromossa dell'altro; ogni mossa è un'azione, in genere un delitto del criminale (in questo caso il sadico serial-killer), al quale corrisponde una contromisura dell'indagatore (qui, Claps). La contromossa può andare o no a buon fine; ad ogni modo, è una partita metaforica. Dice Nino Grasso nel suo Gambetti e Delitti (1)
scacchi e giallo implicano entrambi una gara mentale fra due soggetti, condotta sul filo di progressive ramificazioni, difficilmente calcolabili nella loro complessità: le varianti di una partita a scacchi, le possibili spiegazioni di un delitto. |
Se poi, come in tanti romanzi avviene, il criminale impone anche un elemento fisico degli scacchi (ad esempio: piazzando un pezzo a firma del delitto (2) o scegliendo per sé un grande nome scacchistico, come in questo caso) l'effetto è non solo strutturale, ma anche d'ambientazione (vedi appresso)
2. Il secondo modo di essere degli scacchi è anch'esso strutturale, e pure lui accomuna i romanzi a indagine: è la partita scrittore-lettore. Prosegue Nino:
Il lettore di un giallo e lo scacchista si trovano ambedue all'interno di un labirinto da cui devono cercare di uscire e da cui, attenzione, usciranno. Perché in gioco non c'è l'uscita dal labirinto: se ne vien fuori comunque, di solito. Il problema è quello di uscirne con le proprie forze, anziché farsi indicare la strada. Cioè indovinare la soluzione prima che ce la sveli l'autore, nel giallo; imporre la fine della partita (dando matto) prima di subirla (facendoselo dare) negli scacchi. |
Mazzanti è onesto (questo non sempre succede!) e ci dà modo di immaginare il colpevole tramite indizi disseminati ad arte (ce n'è più d'uno ben preciso) ad uso e consumo sia del lettore che del terzetto investigativo (ed anche questo, non sempre avviene).
Tutto ciò nulla toglie alla sorpresa dei capovolgimenti di scena finali.
3. Scacchi come rievocazione storica. C'è la biografia di Morphy. E nel dualismo della personalità disturbata del grande maestro americano riecheggia quella del serial killer che sceglie di firmarsi come lui, nelle email indirizzate alla giornalista.
4. La quarta manifestazione degli scacchi è principalmente d'apparenza esteriore e sono gli scacchi d'ambientazione fisica. Intanto, il terzetto si reca al circolo degli scacchi della città. Mazzanti non dice quale città sia, anche se precisa che c'è traffico nevrotico. Va benissimo immaginare una metropoli come Milano - tanto più che c'è la sede della TV privata di Greta Alfieri. Inoltre il Circolo... ha una cinquantina di tavoli, e il più forte giocatore è Juric, un MI:
Il circolo scacchistico si componeva essenzialmente di una grande sala dove erano allineati una cinquantina di tavolini con una scacchiera disegnata sopra; numerosi giocatori erano assorti in una partita mentre altri, senza un avversario, osservavano, immobili come i pezzi che avevano davanti, una posizione sulla scacchiera. |
Lasciatevelo dire da un organizzatore di Circoli: questo non è il club di un centro piccolo, e neanche medio... sì, sembra proprio la Milanese!
5. Nella presenza esteriore degli scacchi, stavolta, non c'è solo il circolo fisico. La scena appena menzionata richiama al massimo grado quella della Tavola Fiamminga (3) nella quale Julia e César si recano al Circolo per avere la consulenza dello scacchista Muñoz... ma si era nel 1990. Mazzanti è al passo coi tempi: nel suo romanzo si gioca anche su Internet. E si tratta di un non-luogo notissimo a tutti gli appassionati Italiani: www.scacchisti.it !
E si chatta pure. Quindi, ambientazione scacchistica virtuale. Un fatto nuovo!
6. Sesto topos, alquanto originale, è l'uso degli scacchi come codice di riconoscimento fra avversari. Finora io l'avevo riscontrato solo nel noir Le Ceneri della Defunta di Montheilhet.
Intanto il killer, per farsi riconoscere on line, assume come nick "Giudice Alonzo" (nome del padre di Morphy!) mentre Greta, che gioca spalleggiata da Claps e Mitnick, sceglie come pseudonimo "The Lost Earring" (l'orecchino perduto), con riferimento a quello sottratto dall'assassino alla prima vittima.
Poi i tre scelgono da un database scacchistico la partita McConnel-Morphy, per essere sicuri di comunicare col killer.
Mentre giocano, Mitnick cerca furiosamente di penetrare nel firewall dell'avversario, ma Morphy è "cazzuto", e li lascia a bocca asciutta. Anzi, li irride. Il messaggio di Morphy risulta partire da 417 Royal Street. E cosa c'è a quest'indirizzo? il Morphy Museum di New Orleans! Il che vuol dire, in codice: "è inutile che vi diate da fare, col vostro smanettone... non riuscirete mai a trovarmi!" o anche: "vi ho sgamati!"
Tuttavia, Mitnick ottiene ugualmente un'informazione che sembra poco importante...
7. Il settimo modo di essere del gioco è come veicolo di comunicazione.
"...e Morphy, con la terza e ultima mossa della combinazione, mangia la Donna con il cavallo in g3 dando anche scacco" concluse Claps. |
L'assassino manda un preciso messaggio alla Polizia usando la Marache-Morphy... Inoltre la comunicazione posta in essere nel romanzo travalica il livello verbale (es: mangia la Donna con il cavallo in g3 dando scacco) e supera il canone linguistico convenzionale del romanzo (la parola) per appropriarsi di quello tecnico (il diagramma). Mazzanti infatti riporta molti diagrammi con varie posizioni della partita. Un rafforzamento dell'ambientazione scacchistica (4)
In letteratura SF esistono altri esempi degli scacchi intesi come strumento di comunicazione - ma con scopi differenti. (5).
8. Greta Alfieri, è soprannominata nella sua TV la Regina dello scoop... sono due citazioni scacchistiche paratestuali (termine coniato da Nino Grasso) (6)
9. Ed infine: la copertina scacchistica è veramente bella. Tuttavia, analogamente a quanto ho spiegato in Scacchi e Letteratura - prima parte le citazioni paratestuali e/o le copertine scacchistiche sono elementi che non sono in grado di garantire, da soli, un livello sufficiente di significatività scacchistica. Esistono romanzi con splendide copertine scacchistiche, dove gli scacchi ricoprono un ruolo insignificante o nullo.
Anzi, ora che ci penso... dedicherò un'apposita pagina a questa tematica.
In conclusione: un plauso a Mario Mazzanti per il suo Scacco alla Regina. Auguriamoci di assistere al più presto ad altre indagini poliziesche dell'isp... ehm, di Claps.
Il Custode
NOTE
(1). Nino Grasso, Gambetti e Delitti, Edizioni Ediscere, 2011 (raccomandato dal Custode!)
(2). Si veda ad esempio La Scacchiera del delitto, di David Cohler (Il Giallo Mondadori n. 1737) ; o anche L'Alfiere Mancante di Ross Spencer (Longanesi, 1988)
(3). Arturo Perez Reverte, La Tavola Fiamminga, Bompiani 1994.
(4). Non è frequente trovare diagrammi scacchistici in libri non-tecnici sugli scacchi, perché ciò viola formalmente il vincolo implicito del linguaggio letterario ("usa solo parole, in un romanzo"). Quando ciò avviene, c'è una precisa assunzione di responsabilità dell'Autore nei confronti del lettore, che non sarebbe tenuto a comprendere il significato dei diagrammi.
Esistono miriadi di libri dove si mescolano parole a formule matematiche, righe di pentagramma, schemi, ideogrammi ecc. e sono naturalmente i testi tecnici specializzati. Ma questa mescolanza non sarebbe lecita nel romanzo destinato al grande pubblico! Del resto, avete visto mai una formula scientifica dentro a un articolo di un settimanale d'attualità, o un rigo di pentagramma sull'articolo di un quotidiano?
Ci sono regole editoriali non scritte che consigliano di evitare, in linea di massima, l'introduzione un simbolo tecnico (es. un diagramma di scacchi) dentro uno scritto destinato al pubblico. Se in un romanzo questo avviene, è per precisa scelta dell'Autore. In questo caso, Mazzanti vuol mettere in risalto il messaggio stesso del killer, e nel contempo sottolineare il ruolo forte del gioco nell'economia della storia. Ovviamente egli usa il riguardo di dare spiegazioni verbali a tutti coloro che non conoscono il significato dei diagrammi. O anche delle sigle. Ad esempio: "...il miglior giocatore del circolo: un MI, un Maestro Internazionale. Giusto! Solo gli scacchisti sanno cos'è un MI .
Io mi limito a definire queste scelte come rafforzamento dell'ambientazione scacchistica.
(5). Scacchi come strumento di evangelizzazione: Lino Aldani, La Croce di Ghiaccio ; veicolo di diplomazia: De Vet, La Seconda Partita , e L'Impero di Azad di Iain Banks; comunicazione con alieni: Uomini, Marziani e Macchine di Erik Frank Russell, e nel racconto Onorevole Avversario di Clifford D. Simak.
(6). Nino Grasso, Il Giallo e gli Scacchi: analisi di un'attrazione fatale. Conferenza su Scacchi e Letteratura poliziesca, Simposio "Gli scacchi fra agonismo e cultura - Da Sissa alle Olimpiadi 2006", Cesenatico, 2005; e anche su Nuovo meridionalismo 150-151, Avellino 2006. Lo studioso classifica le citazioni scacchistiche in tre gruppi qualitativi: paratestuali, testuali, metatestuali.