Durante il vaglio del materiale di Corrado Caesar per gli articoli sulle sue copertine, sono rimasto particolarmente colpito dalla sua rappresentazione dei sentimenti "forti" e della loro resa sui lineamenti del volto umano.
Eccovi perciò un rapido e significativo collage di alcune suggestive espressioni "al di fuori del normale registro", che esprimono sentimenti così intensi da deformare, in modo drammatico o talvolta grottesco, i lineamenti umani.
...ed ora, eccovi quelle che sono mi piaciute di più!
Una donna primitiva, vedendo un mostro rispetto al quale gli uomini della tribù sono chiaramente impotenti, perde ogni parvenza umana in un urlo che la rende simile a una bestia. Da notare il seno nudo, giustificabile nel contesto ma visione audacissima per l'epoca, molto bigotta. Nel 1953 perfino i settimanali dichiaratamente osé, appesi in edicola, sfoggiavano ridicoli rettangoli bianchi per censurare "le pudenda". Probabilmente l'immagine sexy è dovuta a un qualche suggerimento della redazione dettato da motivi di cassetta, con la giustificazione che Urania Rivista... "non tirava" abbastanza!
La cosa divertente è che la nostra cavernicola sfoggia una bella messa in piega... vabbè, licenza poetica. Voto: 8.
Uno scimmione inforca con aria giudiziosa un monocolo, e magari si appresta a leggere un testo ponderoso con aria di comica saggezza,
nella parodia di un essere umano dotto e sapiente. Contemporaneamente, si gratta il cranio. Un compare alle sue spalle non si cura di nascondere che la stessa operazione non è di stampo intellettuale, ma è dovuta - molto più probabilmente - al passeggio dei pidocchi. Grottesco! Voto: 9.
Qui vediamo raffigurata in pieno la sadica volontà di dominio e la pazza crudeltà di un essere solo in apparenza umano. Il pronunciato contrasto sul volto eleva la drammaticità dell'espressione, l'abito severo e l'alto collare sottolineano l'altezzosa megalomania; i capelli scarmigliati, i forti colori di sfondo e l'immagine obliqua rinforzano il senso generale di follia. Voto: 9.
Qui direi che viene sintetizzato un orrore così elevato che supera la pazzia. Siamo alla demenza: la deformazione del volto è impressionante. La sensazione degli insetti che avanzano inesorabili dev'essere raccapricciante, per la vittima. L'orrore per ciò che dovrà accadere (notate le tenagliette aperte) va al di là della sopportazione...
La scena è presentata in modo ancor più distorto della precedente, sia internamente al soggetto (la smorfia è asimmetrica) che esternamente (la faccia ruota quasi di 90 gradi rispetto alla prospettiva "normale" del quadro), a evidenziare che la soglia della ragione è stata sorpassata. Voto: 10.